Area cani dedicata all’udito

Zona pineta (viale Matteotti)


UDITO DEL CANE

Sia l’essere umano che il cane sono dotati di discrete capacità uditive, ma come nel caso dell’olfatto, i nostri cani vivono immersi in una realtà sonora (fonosfera) ben più articolata e ricca della nostra.

Le vibrazioni, o onde sonore, che il nostro sistema uditivo trasforma in suoni attraverso la sollecitazione del timpano sono simili alle increspature della superficie dell’acqua quando vi gettiamo un sasso. Queste onde possono avere differenti frequenze, ossia, per semplificare, possono essere più o meno appuntite e fitte o tondeggianti e distese. Le creste dell’onda possono essere alte e strette (suoni acuti, con un maggior numero di fluttuazioni) o più basse e ampie (suoni bassi, con meno fluttuazioni).

La frequenza del suono si misura in hertz (Hz), dal nome del fisico tedesco Heinrich

Quali sono dunque le differenze tra noi e i nostri compagni a quattro zampe per quanto concerne l’udito? Noi possiamo percepire suoni che vanno dai 20 Hz ai 20.000 Hz (o 20 kHz). I cani invece sono più sensibili e possono udire suoni ben più acuti, di frequenza più elevata, di quanto sia consentito a noi: vanno dai 20 Hz fino ai 35.000/40.000 Hz, il doppio della frequenza. Le frequenze che superano la soglia dell’udibile per l’uomo prendono il nome di ultrasuoni.

Anatomia delle orecchie del cane differenze del padiglione del cane

L’apparato uditivo del cane ha evidenti differenze anatomiche rispetto al nostro. Prima di tutto la dimensione e la mobilità delle orecchie del cane che rispetto alle nostre sono molto maggiori. Il condotto uditivo del cane è ad “L”, mentre nell’uomo è orizzontale e non ha parti verticali. Inoltre, il padiglione auricolare esterno del cane è ben più ricco di corrugazioni del nostro e ciò ha la funzione di amplificare i suoni ed incanalarli con maggior efficienza verso l’orecchio interno.

Il fatto che i padiglioni auricolari sono così mobili favorisce l’abilità al cane di orientarsi con l’udito. In sostanza possiamo pensare alle orecchie come due radar mobili che si spostano per triangolare l’origine di un suono.

Paragoniamo le orecchie di un Cane da Pastore Tedesco, erette, mobili, che espongono entrambi i lati della pinna e le orecchie di un Bracco Italiano, per esempio, sproporzionatamente lunghe, pendenti, che espongono solo la parte esterna della pinna e che non sono orientabili, possiamo avere un esempio delle possibili differenza dovute  alla selezione  fatta dall’uomo.

Ti sei mai soffermato a pensare perché un segugio ha le pinne così lunghe tanto da toccare a terra quando il cane sta annusando? In questa posizione le pinne (padiglioni auricolari) tendono a creare una sorta di imbuto che concentra le molecole olfattive e ne facilità l’inspirazione. E perché cani come i maremmani invece hanno i padiglioni così piccoli? Perché la sua motivazione principale è quella territoriale e deve essere attento a tutte le informazioni sonore e visive gli arrivano.

IL TAGLIO DELLA CODA E DELLE ORECCHIE

Da qualche anno, per legge, gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia sono  vietati.
La legge 4 novembre 2010 n. 201, ratifica la Convenzione Europea di Strasburgo del 1987 per la protezione degli animali da compagnia, che prevede, tra i relativi dettati, il divieto di effettuare interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto o finalizzati ad altri scopi non curativi, quale per esempio, il taglio della coda, orecchie, corde vocali, unghie e denti.
La normativa citata prevede delle deroghe al divieto, ossia se un veterinario considera e certifica che, un intervento non curativo, sia necessario sia per ragioni di medicina veterinaria ovvero per impedire la riproduzione.
Il Ministero della Salute, già in passato aveva provveduto al divieto mediante Ordinanze e, con l’entrata in vigore della normativa europea ha emesso specifica circolare interpretativa.

In particolare, viene ribadito il divieto assoluto di effettuare interventi chirurgici a scopo estetico sugli animali da compagnia e, in riferimento alla caudotomia effettuabile sui cani impiegati in talune attività di lavoro, nonché in quelle di natura sportivo venatoria spesso effettuate in condizioni ambientali particolari, come zone con fitta vegetazione che, comportando un elevato impegno motorio, espone l’animale a maggiori rischi di fratture e lacerazioni.
Pertanto, prosegue il Ministero nella circolare menzionata, il medico veterinario potrà effettuare interventi di caudotomia a scopo preventivo sui cani impiegati i determinate attività, mediante anestesia ed entro la prima settimana di vita del quattro zampe, rilasciando certificato giustificativo.
Insomma la normativa è chiara, nessuna “mutilazione” per scopo estetico ed eventuali deroghe devono essere certificate: in caso contrario scatta l’ipotesi di maltrattamento di animali, previsto e punito dal nostro Codice Penale.

La comunicazione verso il nostro cane

Quando si parla di comunicazione vocale verso il nostro cane, non si intende solamente il linguaggio verbale e quindi le parole che scegliamo, ma anche il coverbale quindi il tono, il timbro, il volume e l’armonia della voce e il paraverbale cioè ad esempio il fischio.

Il tono di voce che usiamo influisce sul comportamento del cane. La nostra voce, infatti, gli trasmette molti indizi sulle emozioni e i sentimenti che stiamo vivendo.

È utile saper modulare il tono della voce non solo per farci capire ma anche per poterlo guidare verso uno stato di calma (toni calmi, voce bassa e ritmo lento), se necessario, o per motivarlo all’inizio di un gioco (tono acuto, ritmo veloce e suoni brevi e ripetuti).

Se, ad esempio, vediamo che il nostro cane è un po’ agitato, perché ha sentito un suono preoccupante fuori dalla finestra o perché passiamo vicino all’ambulatorio del veterinario, possiamo usare con lui un tono tranquillo e rassicurante, in modo da dimostrare che per noi, invece, quel luogo o quel rumore non rappresentano un pericolo e, infatti, siamo completamente sereni. Se invece cerchiamo di tranquillizzarlo utilizzando a nostra volta toni agitati e magari una voce acuta, probabilmente il messaggio che manderemo sarà esattamente contrario a quello desiderato.

Non dimentichiamo, però, che la voce risulta tanto più efficace quanto meno ne abusiamo. Per comunicare con il nostro cane e dargli indicazioni, quindi, possiamo abituarci a utilizzare anche altre indicazioni che sa riconoscere di noi, come appunto le espressioni del volto, il modo di disporci nello spazio e le posture che assumiamo.

Per capire cosa è il paraverbale, guarda questo video in cui un border segue le indicazioni del conduttore solo tramite il… fischio.

https://x.com/JamesLucasIT/status/1592125801566457856

Consigli per un buon richiamo

  • Armarsi di premietti, soprattutto all’inizio. Biscottini, pezzi di wurstel, croccantini, bocconcini saporiti. Va bene qualsiasi cosa che lo gratifichi e gli faccia capire che è stato proprio bravo a tornare dal suo amico a due zampe.
  • Fare pratica con un guinzaglio lungo. Bisogna lasciare al cane la giusta sensazione di libertà e ti permette di sperimentare il richiamo anche in zone aperte, senza pericoli di fuga.
  • Scegliere una parola o una frase breve e non cambiarla. Va bene il nome, magari seguito da un bel “vieni”, “andiamo” o “qua”. In alternativa, possono funzionare anche suoni, fischi e battiti di mani.
  • Pronunciare il richiamo in modo deciso ma non arrabbiato. Non bisogna trasmettere al cane una sensazione di rimprovero o di “fine dei giochi”, anzi, va invogliato a correre dal suo padrone con gioia.
  • Non andargli incontro e non rincorrerlo se non risponde o scappa. Altrimenti, gli si manda il messaggio opposto a quello che si vorrebbe.
  • Non punirlo una volta che è di nuovo vicino, perché non deve mai associare il ritorno dal padrone a qualcosa di sgradevole.
  • Non mostrare frustrazione o delusione. Sembra strano, ma Fido se ne accorge e non la prende bene.

… fondamentale avere una buona relazione con il proprio cane…si va da colui con cui si sta bene!!!

Questi sono alcuni spunti e consigli che i nostri esperti condividono con te.
Se hai curiosità, dubbi o domande non esitare a contattarci o contattare il tuo veterinario di fiducia.

Contatti:
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